• Non esiste ”schifezza” peggiore dei dadi da brodo.

    dadi-da-brodo-1-549x330

    Il dado del supermercato contiene inoltre GLUTAMMATO MONOSODICO (sigla E621) una eccitotossina cancerogena che in Italia ancora dilaga mentre in altri paesi come ad esempio in Regno Unito è stato tolto dai dadi da cucina per i numerosi studi che lo collegano all’insorgenza di tantissime patologie. [Lacucina cinese usa largamente il glutammato monosodico per insaporire i suoi piatti]

    Nel suo libro “Excitotoxins:the taste that kills”, 1997 (260 pagine, citando più di 490 ricerche tra il 1950 e il 1993) il Dottor Blaylock (eminente neurochirurgo e nutrizionista americano – in pensione dal 2005) spiega in modo dettagliato i danni che può provocare il Glutammato monosodico, considerato appunto “eccitotossina” cancerogena e che distrugge il sistema nervoso.

    Vi riproponiamo un video in cui il dottor Franco Berrino consiglia di non usare mai i dadi da brodo in quanto in essi sono concentrate “sostanze cancerogene.

    Al dott. Francesco Perugini Billi sono stati chiesti dei chiarimenti sul dado da cucina:

    Cosa consiglia alle persone che sono abituate a insaporire i cibi con i dadi? Esiste un buon sostituto naturale?
    “La cosa migliore è farsi da soli un preparato per brodo. Se questo non è possibile, si possono acquistare in commercio dadi privi di glutammato monosodico, spesso di produzione biologica”.

    Come mai, secondo lei, si parla così poco di questo argomento nonostante il glutammato si trovi in parecchi cibi?
    “Il glutammato monosodico è un esaltatore di sapidità, cioè dà sapore, e purtroppo molti dei cibi pesantemente elaborati dall’industria alimentare sarebbero, se non “corretti”, privi di sapore o addirittura disgustosi. È uno dei tanti additivi utilizzati dall’industria per far apparire le cose come non sono, sia in termini di colore, sapore e sostanza, e rinunciarvi vorrebbe dire non poter più vendere certi prodotti”.

    Ho analizzato gli ingredienti dei dadi biologici in commercio e la maggior parte sono pieni di sale, olio di palma e lieviti. Il mio consiglio è quindi quello di tornare al gusto originario dei cibi, cosa che ad alcuni può risultare difficile all’inizio ma che darà grande soddisfazione e leggerezza. Se proprio non potete fare a meno del dado vi consiglio il miso, il gomasio e ilsale rosa dell’hymalaia.

     

     

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • Rimedi naturali per curare l’emicrania.

    emicrania-cromosoma-x-460x250Se almeno una volta nella vita avete sperimentato un attacco di emicrania, sapete di cosa sto parlando: dolori a volte talmente insopportabili da doversi chiudere in camera al buio, e talmente forti da far venire la nausea.

    Con dolori così intensi, si potrebbe pensare che l’unica opzione è costituita dall’assunzione di farmaci ed antidolorifici. Tuttavia, vi sono una serierimedi naturali contro l’emicrania, che aiutano a prevenire o ad alleviare il dolore causato da quel forte mal di testa.

    Alcuni di questi rimedi naturali sono approvati anche dall’ American Academy of Neurology e la Headache Society, vediamo in cosa consistono:

    1) Partenio (o amarella)

    Si tratta di un minuscolo crisantemo selvatico (Chrysanthemum parthenium), ed è una pianta medicinale impiegata fin dall’antichità come antinfiammatorio. E’ in sostanza uno dei più antichi rimedi naturali per l’emicrania, che può essere assunta a crudo o sottoforma di tisana.
    Questa erba è di grande aiuto contro le emicranie in quanto contiene una potente sostanza chimica chiamata parthenolide, attiva contro i tipici fastidiosi sintomi di un’emicrania.

    2) Farfaraccio

    E’ una pianta erbacea perenne, utilizzata come spasmolitico. Attenzione poichè in natura è tossico, è necessario quindi lavorarla affinché possa essere di aiuto come cura naturale contro l’emicrania. La troverete sottoforma di capsule, polvere o tintura.
    Uno studio ha mostrato che i pazienti che hanno assunto 75 milligrammi di farfaraccio due volte al giorno hanno sperimentato 48% in meno emicranie, non male come rimedio naturale!

    3) Magnesio

    Le persone che soffrono di emicrania possono essere carenti in magnesio. Un piccolo studio ha dimostrato che il consumo quotidiano di integratori di magnesio riduce la frequenza delle emicranie del 42 per cento, rispetto a solo il 16 per cento nei pazienti trattati con una pillola placebo.
    Ovviamente l’ideale è assumere questo prezioso sale minerale attraverso l’alimentazione.

    4) Riboflavina

    Altro non è che la Vitamina B2: assumerne nella giusta quantità costituisce una prevenzione naturale contro le emicranie e si trova carne a parte, in alimenti come latte e latticini, frutta secca (specialmente nelle mandorle) e nel lievito di birra.

    5) Omega 3

    Questi acidi grassi sani possono aiutarvi a combattere l’infiammazioneche rischia di essere la causa di molti mal di testa, tra cui l’emicrania. Oltre al salmone ed all’olio di pesce, li troverete anche nei semi oleosi vegetali, e soprattutto nei semi di lino.

    6) Aromaterapia

    Un piccolo aiuto sembra essere dato anche dall’aromaterapia, con l’utilizzo di estratto di menta e di lavanda, ma anche il sandalo, l’eucalipto ed il basilico sembrano essere un aiuto naturale contro l’emicrania.

    7) Acqua

    Molti mal di testa sono causati da disidratazione. Così, una bella scorta d’acqua potabile può effettivamente fermare un’emicrania ai primi sintomi.
    Ma soprattutto ricordate di berne in abbondanza durante tutto il giorno, così da prevenire questo fastidioso problema.

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • INTOLLERANZA ALLE PROTEINE DEL LATTE

    bibE’ piuttosto frequente sentire persone che lamentano disturbi intestinali causati dall’ingestione di latte. Nella maggior parte dei casi i problemi sono dovuti all’intolleranza al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte. L’intolleranza alle proteine del latte invece è un problema completamente diverso che, difficilmente, si manifesta nelle persone adulte. È infatti un problema tipico dell’infanzia: l’allergia alle proteine del latte tende a scomparire spontaneamente e solo raramente persiste oltre i 2 – 3 anni di età.

    Si tratta di una vera e propria forma di allergia nei confronti delle proteine del latte vaccino (latte di mucca), soprattutto le lattoglobuline.
    Colpisce una piccola percentuale di bambini (1% – 2%) normalmente nei primi tre mesi di vita e solo raramente dopo il 6° – 18° mese. Interessa principalmente i neonati nutriti con latti artificiali o quelli che passano dal latte materno al latte artificiale o al latte di mucca, ma è stata riscontrata, pur se raramente, anche nei bambini allattati al seno, in quanto proteine del latte vaccino possono passare nel latte attraverso l’alimentazione della madre. In questi casi una correzione nell’alimentazione materna dovrebbe risolvere il problema.

     

    COME SI MANIFESTA

    I sintomi sono diversi, possono coinvolgere diversi organi e apparati e comparire anche per dosi apparentemente insignificanti. Le reazioni possono essere immediate e ritardate. Shock e angioedema sono le reazioni immediate più gravi e pericolose. Altre manifestazioni hanno invece un andamento più subdolo e cronico e sono più difficili da riconoscere e da interpretare. Tra queste sono particolarmente frequenti l’orticaria e la dermatite atopica, i sintomi respiratori quali il sibilo asmatiforme, la dispnea, i raffreddori ricorrenti, il vomito persistente, le coliche intestinali e la diarrea che può essere anche molto grave, con perdite di sangue che possono portare a forme di anemia e ad un limitato accrescimento del bambino.

     

    COME COMPORTARSI

    Quando il bambino è alimentato ancora esclusivamente con il latte, il trattamento consiste semplicemente nel sostituire il latte vaccino con un prodotto alternativo. I prodotti attualmente disponibili per la terapia dell’intolleranza al latte vaccino sono i latti a base di soia che contengono proteine vegetali derivate dalla soia e i latti a “idrolisi spinta” (Hypolac, Pregomin, ecc…) in cui le proteine vengono frammentate in porzioni molto piccole che risultano ben tollerate. In generale il latte di soia rappresenta l’alimento meglio sperimentato e integrato dal punto di vista nutrizionale.
    Quando il bambino ha già una alimentazione più varia è necessario rivedere la dieta in modo da eliminare non solo il latte ma anche tutti gli alimenti che contengono latte e suoi derivati (ad eccezione del parmigiano con più di 36 mesi di stagionatura) anche in bassissima quantità, utilizzati ad esempio in certi processi produttivi. La difficoltà in questo caso consiste nel fatto che a volte, proprio perché presenti in quantità limitatissima, la loro presenza non viene nemmeno indicata tra gli ingredienti del prodotto stesso (es: prosciutto cotto nel latte, insaccati, alcuni tipi di pane, dadi, caramelle, merendine, vari prodotti dietetici per bambini).
    Questi alimenti potranno poi essere reinseriti gradualmente secondo le indicazioni del pediatra.
    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • Come tenere a bada il COLESTEROLO

    colesterloIl colesterolo è una problematica principalmente legata alla alimentazione, da cui si può intendere che una alimentazione anti colesterolo appositamente studiata è fondamentale per far ritrovare il benessere al proprio organismo.  

    Seguire una alimentazione anti colesterolo può essere più facile di quanto si creda, il colesterolo alto è un grave problema per molte persone, oggi, perché può portare a gravi complicazioni della vita, se non trattato nel modo giusto e tempestivamente, ed  ecco perché è importante seguire una dieta sana e mantenere uno stile di vita sano. Una parte importante di uno stile di vita sano è l’esercizio. Per quanto riguarda le sane abitudini alimentari, di seguito sono riportati alcuni cibi che hanno dimostrato di ridurre il colesterolo cattivo (noto anche come LDL).

    Alimenti anti colesterolo:

    La farina d’avena è uno dei cibi che più noti abbassano il colesterolo. Contiene fibre solubili che riducono le  lipoproteine a bassa densità (o LDL). Fagioli, mele, pere, orzo e prugne sono solo alcuni degli altri alimenti che contengono fibre solubili. Un altro alimento che abbassa il colesterolo è la noce. La noce è costituita da acidi grassi polinsaturi che hanno dimostrato di ridurre non solo il colesterolo cattivo, ma anche di  mantenere sani ed elastici i vasi sanguigni. Tuttavia, è importante non superare i 60 grammi giornalieri, come dose raccomandata.

    L’omega 3 è un’anti colesterolo, dove si trova?

    Un altro alimento che è responsabile nell’abbassare il colesterolo LDL è il pesce. Tutti i pesci grassi sono ricchi di grassi Omega 3 che sono noti per ridurre il rischio di coaguli di sangue, ridurre la pressione sanguigna e abbassare il colesterolo. Trota di lago, aringa, sgombro, sardine, salmone, sono solo alcuni tra i migliori pesci di consumare. E’ meglio cuocere il pesce al fine di ottenere i maggiori benefici sulla salute.
    Un altro modo per abbassare il loro colesterolo è attraverso il consumo di frullati di proteine del siero di latte. Questi particolare alimento può sostituire uno dei vostri pasti quotidiani. Con zero colesterolo, sodio pari a zero, e zero grassi saturi, è facile capire perché molte persone consumano frullati proteici. Essi sono inoltre ideali per quelli di noi che vogliono perdere peso in modo diverso rispetto a chi usa pillole dimagranti.

    Non si può negare che una dieta sana è la prima linea di difesa contro il colesterolo in aumento. Se si adotta una dieta prevalentemente a base di tanta frutta e verdura oltre ad alcuni pesci, siete sulla strada giusta per mantenere il colesterolo a un livello sano. Detto questo, alcuni cosiddetti “super-alimenti” possono effettivamente contribuire a ridurre il colesterolo cattivo e/o aumentare il colesterolo buono. Idealmente, si considerano ideali i livelli di colesterolo totale inferiori a 110, se si parla di colesterolo LDL (quello cattivo)  e superiori a 35, se si parla di colesterolo HDL (quello buono).

    Mandorle: studi hanno dimostrato che mangiare un quarto di tazza di mandorle al giorno può ridurre il colesterolo LDL del 4,4 per cento. Mangiare noci, mandorle in particolare, che sono ad alto contenuto  buono di grassi monoinsaturi, è meglio che limitarsi a mangiare uno spuntino a basso contenuto di grassi. Naturalmente, possono anche essere ad alto contenuto di calorie, così basta una porzione piccola di mandorle tostate, senza aggiunta di olio.
    Farina d’avena: contiene alti livelli di fibre solubili. La fibra solubile si lega agli acidi biliari che sono i precursori per lo sviluppo di colesterolo e aiuta a ridurlo. L’avena può essere mangiata a colazione nel latte, o consumata durante il giorno, cotta a fuoco lento o secondo le versioni desiderate.
    Pesce: gli acidi grassi Omega-3 sono ampiamente considerati come i migliori dei grassi “buoni”, e il posto migliore per trovarli è il pesce, soprattutto se si parla di pesci grassi come il salmone, l’halibut e il tonno. L’ideale è assumere da 1,5 a 3 grammi al giorno di omega-3.
    Vino rosso: un bicchiere di vino rosso, che contiene flavanoli, ha dimostrato di avere proprietà anti-infiammatorie che possono contribuire a ridurre il colesterolo e allontanare le malattie cardiache, anche se per quest’ultimo caso non è considerato il rimedio più efficace in assoluto. Per le donne, la raccomandazione è di bere un bicchiere al giorno e per gli uomini si tratta di due.  Questi flavanoli si possono trovare anche nel succo d’uva rosso e nel cacao scuro.

    Soia: i semi di soia, le noci e la soia, oltre a tutti i prodotti a base di soia (come il tofu, il latte di soia, eccetera) possono contribuire a ridurre la produzione di colesterolo cattivo. Basta assumere almeno circa 25 grammi di proteine di soia al giorno (la quantità in una tazza). Coloro che sono ad aumentato rischio di tumore al seno o alla prostata possono decidere di non consumarla, in quanto, l’uso eccessivo dei fito-estrogeni contenuti nella soia può agire in modo simile agli estrogeni del proprio corpo (che, come hanno dimostrato gli stufi, è in grado di nutrire alcuni tumori ormono-dipendenti).

    Dieta Mediterranea 

    Perché la dieta mediterranea è così famosa? Uno studio europeo pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2003, aveva dimostrato che già da allora era seguita da migliaia di persone che vivono in Europa. Durante i 4 anni di studio, i ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano seguito a lungo la cosiddetta “dieta mediterranea”, dimostravano una probabilità minore di morire a causa di malattie cardiache o di cancro.

    Vi è un’abbondanza di alimenti a base vegetale, come frutta, cereali, verdura, pane e altri, patate, fagioli, noci e semi; uso dell’olio d’oliva o altri oli di alta qualità; consumo di una moderata quantità di pesce, e poca carne rossa; bassa e moderata quantità di latticini (principalmente formaggio); il vino è consumato in piccole o medie quantità; le uova sono consumate non più di 4 volte a settimana, al massimo; uno stile di vita attivo.
    Olio di oliva: l’olio di oliva è usato quasi esclusivamente nella cucina mediterranea. L’olio d’oliva è una ricca fonte di grassi monoinsaturi, che possono abbassare il colesterolo totale e soprattutto il colesterolo LDL, mentre possono aumentare il colesterolo HDL. E’ anche una fonte di antiossidanti tra cui la vitamina E. Molti ricercatori hanno dimostrato l’efficacia dell’olio di oliva e ne hanno verificato le altissime qualità.
    Pesce:  il pesce, soprattutto il “pesce azzurro”, come il salmone, è ricco di acidi grassi omega 3, un tipo di grassi polinsaturi che può anche abbassare il colesterolo. Nel 2002, è stato stabilito che la dose raccomandata settimanale di pesce dovesse essere di almeno 2 porzioni.
    Frutta e verdura: sono ricchi di fibre benefiche e antiossidanti, che aumentano la protezione contro le malattie cardiache ed il cancro. Infatti, un recente studio ha dimostrato che 5 porzioni di frutta e verdura riducono il rischio di ictus del 25 per cento.
    Vino: la gente che vive nelle regioni mediterranee beve 1 o 2 bicchieri di vino (di solito vino rosso) al giorno,  ai pasti. Il vino rosso è una ricca fonte di polifenoli flavonoidi – un tipo di antiossidanti che fanno da protezione contro le malattie cardiache, aumentando il colesterolo HDL e prevenendo la coagulazione del sangue.

    Non è sorprendente sapere che le persone che seguono la dieta mediterranea hanno una minore incidenza di malattie cardiache e del cancro. In realtà, la dieta mediterranea è semplicemente un modello di sana alimentazione da seguire il più possibile per mantenere una vita sana. Questa dieta è ad alto contenuto di grassi buoni (grassi monoinsaturi e polinsaturi) come quelli presenti nel pesce, nell’olio d’oliva e nelle noci, ed è povera di grassi saturi e grassi parzialmente idrogenati. Rappresenta un’eccellente fonte di fibre e di  antiossidanti grazie all’assunzione di molti alimenti a base vegetale

     

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • LE PROPRIETÁ BENEFICHE DELL’ARANCIA

    Le arance

    arIl termine “agrumi” con il quale si classificano le arance, si riferisce al suo gusto acidulo o agre, ciò che vale anche per i limoni, i pompelmi, le clementine e il cedro. Sono il frutto che caratterizza l’inverno: infatti la sua maturazione avviene dal mese di novembre fino alla primavera e si possono raccogliere addirittura fino a giugno – luglio e i frutti che possono essere raccolti in un anno sono circa 500. 

    Esso si presenta con una scorza esterna piuttosto ruvida chiamata pericarpo, che inizialmente ha una colorazione verde ma, via via che avviene la maturazione, il colore varia dal giallo all’arancione, fino ad arrivare al rosso. La parte interna si chiama invece endocarpo, è naturalmente commestibile, polposa e suddivisa in spicchi più o meno sugosi, a seconda delle varietà: nei mercati infatti, generalmente le arance cosiddette “da tavola” vengono separate da quelle che si acquistano unicamente per la spremitura. Ma anche la buccia di questo agrume viene sfruttata: da essa infatti si ricava un olio essenziale e spesso viene trattata per realizzare “canditi”, ottimi per la preparazione di alcuni caratteristici dolci. Sul mercato anche la denominazione “Arancia rossa di Sicilia” che indica principalmente la varietà di arance a polpa rossa (moro, tarocco e sanguinello) che rispettano quanto previsto nel relativo disciplinare “Arancia rossa di Sicilia IGP” (Indicazione Geografica Protetta). In realtà l’arancia a polpa rossa si coltiva anche in altre regioni, soprattutto in Calabria, dove la produzione supera di 1,7 volte quella della Sicilia.


    Le arance amare
    Le proprietà
     

    Le arance rappresentano una importante fonte di vitamine: soprattutto la C e la A, ma anche una larga parte di quelle del gruppo B, (in particolareTiaminaRiboflavina e oltre alla vitamina PP ovvero la Niacina) e per il fabbisogno giornaliero di vitamina C, basta consumare 2 o 3 arance al giorno. La vitamina C è importante innanzitutto perché contribuisce a rafforzare il sistema immunitario e aiuta quindi a prevenire raffreddori e malattie da raffreddamento. Ma non è tutto: le arance “vantano” anche un elevato contenuto di bioflavonoidi, sostanze che assieme alla vitamina C, sono molto importanti soprattutto per la ricostituzione del collagene del tessuto connettivo. Per questo motivo possono favorire il rafforzamento delle ossa e dei denti, ma anche delle cartilagini, tendini e legamenti. Anche a livello di connettivo delle pareti dei vasi sanguigni, il binomio tra vitamina C e Bioflavonoidi può aiutare nella prevenzione della fragilità capillare e può migliorare in generale il flusso venoso. Una buona notizia quindi per chi soffre di cellulite, perché migliorando la circolazione sanguigna si può evitare la formazione del “ristagno” del sangue, principale causa dell’insorgenza dell’ inestetismo. Inoltre la qualità “rossa” delle arance è molto ricca diantocianine in grado di contrastare con successo, gli stati infiammatori. La vitamina C contenuta nell’arancia ha evidenziato, oltre a ciò, proprietà antianemiche poiché favorisce l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi. E ancora: l’arancia è particolarmente ricca di terpeni che, assunti regolarmente in una dieta ricca di frutta e verdura, si sono rivelati molto efficaci nella prevenzione dei tumori del colon e del retto. Tra i terpeni occorre ricordare il limone, contenuto nella buccia delle arance, dei limoni e dei pompelmi che, grazie alla sua capacità di contrastare gli effetti degli estrogeni, aiuta a proteggere dal cancro alla mammella. Di questo frutto non si spreca veramente nulla poiché anche la scorza bianca interna, contiene una discreta quantità di fibra alimentare solubile, che funge da vero e proprio equilibratore nella regolazione dell’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine. D’altronde, non a caso, tutti gli specialisti consigliano di assumere fibre alimentari per prevenire il diabete e l’arteriosclerosi e migliorare la funzionalità intestinale La vitamina B invece combatte l’inappetenza e favorisce la digestione, (basta infatti realizzare un decotto ottenuto cuocendo in un litro di acqua due o tre bucce d’arancia, per combattere la cattiva digestione), mentre i caroteni, precursori della vitamina A, sono utili per la salute degli occhi, della pelle e nella prevenzione delle infezioni.

    Questa qualità di arancia che si differenzia da quella classica proprio grazie al gusto “amaro”, è molto utilizzata nell’industria alimentare e farmaceutica. Il frutto intero generalmente viene utilizzato per preparare marmellate e frutta candita, mentre la buccia viene impiegata per realizzare liquori. L’industria farmaceutica utilizza soprattutto la buccia per la preparazione di vari digestivi e tonici. La scorza dell’arancio amaro, per il suo elevato contenuto di sinefrina, sostanza ad attività simile all’adrenalina, è inoltre utilizzata nell’industria degli integratori alimentari, nella produzione dei cosiddetti “termogenici”, utilizzati per il dimagrimento. In virtù delle innumerevoli proprietà benefiche delle arance, unite alla loro elevata digeribilità e al loro modesto apporto calorico, il consumo di questo agrume dovrebbe essere indicato nell’ottica di una sana e corretta alimentazione. L’ideale sarebbe iniziare la giornata con un’ottima spremuta di arancia per fare il pieno di vitamine ed energia utile per affrontare la giornata, ma è anche indicata dai nutrizionisti come perfetto spuntino da alternare a pasti ipocalorici.

     Le arance rosse
    Le arance rosse hanno uno straordinario potere benefico oltre allo straordinario e gradevole gusto. Sono suddivise in due grandi gruppi: 
    1) pigmentate (tarocco, moro, sanguinello) 
    2) bionde (naveline, ovale, valentia). 
    Esse contengono l’87% circa d’acqua, pochi grassi e proteine, molti minerali (calciofosforo,potassioferroselenio) e molte vitamine fra cui oltre alla vitamina C, la A, B1 e la B2. L’acido citrico in esse contenuto svolge un’importante funzione nel corpo umano: infatti è in grado di abbassare l’acidità delle urine e prevenire la formazione di calcoli renali. Oltre alle già citate proprietà benefiche, le arance rosse combattono con buoni risultati le forme degenerative tumorali (grazie alla presenza dei numerosi antiossidanti) e fungono da “riparo” verso angina, bronchite, malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, gengivite, obesità, emicrania, cefalea e reumatismi. Ma non è tutto: i gargarismi effettuati con il succo d’arancia rossa sono efficacissimi per curare gengiviti e stomatiti. Infine le arance rosse rappresentano un integratore naturale genuino e sano, proprio in virtù della loro leggerezza e straordinaria ricchezza di sostanze utili per poter sopperire al quotidiano dispendio di energie.

    Valori nutrizionali dell’arancia
    Arance [citrus aurantium]
    Valori per 100 grammi:

    • Parte edibile: 80 g – 34 Kcal
    • Proteine animali: 0 g
    • Proteine vegetali: 0,7 g
    • Carboidrati: 7,8 g
    • Grassi: 0,2 g
    • Fibre: 1,6 g
    • Ferro: 0,2 mg
    • Calcio: 49 mg
    • Vitamina C: 50 mg

     

     

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • Impedenziometro

    bioimpedenziometroE’ un’apparecchiatura professionale costituita da 4 elettrodi, da applicare, rispettivamente, sul dorso delle mani e sul dorso dei piedi; ad essi vengono collegati dei fili conduttori, attraverso cui viene fatta circolare la corrente, che, attraversando le strutture corporee, subirà un calo della sua intensità dovuta all’impedenza associata alle strutture corporee; il segnale risultante (ovvero la risposta in termini di intensità elettrica) viene trasmesso ad un apparecchio trasduttore, che raccoglie i dati traducendoli in misure corporee. Anche le apparecchiature professionali non sono esenti da margini di errore, statisticamente si parla di uno scarto tra dato reale e dato rilevato di circa il 4%.

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • Body Impedence Assessment o B.I.A.

    Cos’è

    La misurazione della impedenza corporea (Body Impedence Assessment o B.I.A.), è una delle tecniche attualmente più usate ed affidabili per la determinazione della composizione corporea.

    Si basa sul dato fisico che l’acqua è un buon conduttore di corrente elettrica, mentre il grasso è un isolante quasi perfetto.

    Poichè la Massa Magra Corporea (Fat Free Mass – FFM)  è costituita prevalentemente da acqua, determinando il contenuto di acqua dell’organismo, è possibile risalire facilmente al contenuto in FFM, e quindi al contenuto di Massa Grassa (FAT).

    Allo scopo, viene utilizzato un apparecchio chiamato Impedenziometro, che, collegato tramite elettrodi al paziente, misura la resistenza che il corpo oppone al passaggio di una corrente debolissima e ad altissima frequenza (50.000 Hz).

    Dal valore della impedenza corporea, tramite alcuni algoritmi e con l’ausilio di un computer, si risale al contenuto di acqua corporea, di massa magra, di massa grassa, ed al metabolismo basale del paziente.

    Quando è utile

    Nel corso di qualunque terapia dietetica, è fondamentale per il biologo nutrizionista tenere sotto controllo la composizione corporea del paziente.

    Ogni dieta, infatti, comporta un deficit calorico ed una alterazione del metabolismo a cui l’organismo fa fronte utilizzando (e quindi “bruciando”) il tessuto adiposo.

    Tuttavia può capitare che in alcune condizioni, venga catabolizzata anche la massa muscolare (massa magra), ed il biologo nutrizionista deve essere pronto ad arrestare tale processo, modificando la dieta assegnata.

    Vi sono inoltre diverse condizioni in cui il ricambio idrico risulta alterato  (la gravidanza, la ritenzione idrica, la disidratazione, la insufficienza renale, l’uso di diuretici nella terapia dell’ipertensione arteriosa, le disfunzioni surrenaliche, gli iperaldosteronismi e gli ipoaldosteronismi, le condizioni di denutrizione, etc.).

    In tali situazioni, la perdita di peso o la mancata perdita di peso, non riflettono necessariamente le variazioni di massa grassa: è possibile infatti che un paziente che non ha perso peso, abbia in realtà perso 1 o 2 Kg di massa grassa, ed abbia aumentato di 1 o 2 Kg. l’acqua corporea.

    O viceversa, una perdita di 5 Kg di peso, si può rivelare come perdita esclusiva di liquidi, e non di massa grassa (un falso dimagrimento).

    Per ottenere un risultato il più possibile accurato, è necessario che il paziente sia a digiuno e senza bere da almeno 4 ore, ed abbia vuotato la vescica subito prima dell’esame impedenziometrico.

    I piedi debbono essere bene asciutti, e possibilmente nudi.

    Il paziente viene fatto distendere su un lettino e vengono applicati 2 elettrodi sul dorso della mano e del piede dallo stesso lato.

    Viene poi inviata la corrente a bassa intensità e l’impedenziometro registra le varie frequenze che poi un software elaborerà per ottenere:

    • Massa Grassa 
    • Massa Magra
    • Acqua Corporea Totale
    • Acqua extracellulare
    • Metabolismo Basale in relazione alla Massa Magra
    • Peso Corporeo Ideale
    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
  • Promozione in corso

    Promozione

     Spiacenti, ma in questo momento non abbiamo nessuna promozione da proporre … Torna a trovarci più tardi … Oppure contatta il nostro studio per maggiori informazioni.

     

    Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail